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Settembre 2013

Commenta il Manifesto di CAPIRe

11/09/2013, Fabio → Imparare a Spendere Meglio | Commenti (0)

Nel corso di un workshop che si è tenuto a Bari agli inizi di luglio, il Comitato d'indirizzo di progetto CAPIRe ha avviato la discussione di un documento dal titolo "Imparare a Spendere Meglio. Manifesto delle Assemblee regionali a favore di un impiego diffuso di strumenti e metodi per valutare l’efficacia delle politiche”.

Il documento parte da una duplice convinzione: (1) che in Italia si sia investito poco e male nella produzione di evidenza empirica a supporto del processo decisionale pubblico; (2) che da questo mancato investimento discendano molte conseguenze negative per l’intera collettività. Riforme senza apprendimento, tagli senza risparmi, spesa senza sviluppo, norme senza risultati, decisioni senza discussione: sono queste le tipiche situazioni nelle quali rischia di trovarsi un Paese che sceglie di non dedicare tempo e risorse nel valutare gli effetti degli interventi adottati in passato e di non attrezzarsi per valutare gli effetti di quelli che adotterà in futuro.

Il Manifesto propone cinque azioni che possono contribuire ad invertire la rotta. L’obiettivo è fare in modo che tali azioni entrino nell’agenda dei lavori legati al disegno e all’attuazione delle politiche finanziate dai Fondi Strutturali Europei (2014-2020).

Queste sono le cinque azioni descritte in dettaglio all’interno del Manifesto:
I. Accrescere il rigore metodologico e la qualità delle valutazioni condotte
II. Legare le decisioni alla disponibilità di evidenza sull’efficacia delle soluzioni
III. Consentire il libero accesso ai dati e la replicabilità degli studi
IV. Comunicare gli esiti delle valutazioni e farne materia di discussione pubblica
V. Creare strutture tecniche competenti, specializzate e autorevoli

Il Comitato di indirizzo di CAPIRe promuove una consultazione pubblica su idee e impegni contenuti nel Manifesto al fine di raccogliere commenti e dimostrazioni di interesse da parte di istituzioni e singoli individui (ricercatori, legislatori, amministratori, semplici cittadini).

Si invita dunque il lettore di questo post a commentare il Manifesto, cliccando su “commenti” in questa stessa pagina e compilando la scheda che compare immediatamente sotto il post. I commenti inviati saranno pubblicati dopo una lettura da parte della redazione e solo se il mittente sarà chiaramente riconoscibile (nome, cognome, professione e organizzazione presso la quale lavora). Si consiglia di controllare la pubblicazione del commento sul blog e, per sicurezza, di spedirlo anche all’indirizzo di posta elettronica staff@capire.org.

Si parla molto di integrazione tra servizi, ma cosa insegna l'esperienza?

11/09/2013, Fabio → Segnalazioni letture | Commenti (0)

Il numero di settembre di Valut-AZIONE illustra i risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti: il tentativo di integrare servizi per l'infanzia e servizi per l'impiego al fine di migliorare le condizioni economiche delle famiglie più indigenti e di condurle ad una situazione di autosufficienza. La valutazione, condotta da MDRC, mostra come l'impatto sui beneficiari di questo intervento integrato sia nullo. Almeno dal punto di vista dell'occupazione e del reddito da lavoro. Fa eccezione il sottogruppo di madri entrate nel programma quando erano ancora in attesa e con figli molti piccoli (sotto 1 anno di età). Per questa categoria di beneficiari l'intervento produce un aumento di circa 13 punti nel tasso di occupazione.

In questi anni in Italia si è parlato molto della necessità di integrare i servizi nei vari settori d'intervento pubblico: sanità, welfare, lavoro, educazione. Solo per citare solo alcuni ambiti di indubbia rilevanza. Ma in quali casi questi tentativi di integrazione si sono rilevati efficaci? Quale evidenza empirica esiste sulla loro capacità di raggiungere gli obiettivi desiderati? Cosa è migliorato per i cittadini? Cosa non ha funzionato? Insomma, cosa insegna l'esperienza?